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LA SOCKET-SHIELD TECHNIQUE

In cosa consiste la Socket-Shield?

La Socket-Shield techinque è una tecnica dell’implantologia post estrattiva che consente di eliminare clinicamente i fenomeni di contrazione volumetrica della cresta alveolare consequenziali all’avulsione di un dente. Essa prevede la parziale rimozione dell’elemento dentario e, per l’esattezza, l’asportazione della componente palatina e dell’apice della radice, l’assottigliamento di quella vestibolare. La porzione residua, la “shield” per l’appunto, rimane adesa tramite il legamento parodontale alla corticale ossea vestibolare e ne previene il riassorbimento post estrattivo. La tecnica si associa al contemporaneo inserimento di un impianto osteointegrato e al carico immediato o alla creazione di un healing abutment customizzato. Riassumendo: unico tempo chirurgico, riduzione dei tempi operatori, dei costi biologici ed economici, semplificazione delle procedure protesiche e riabilitative, mantenimento dell’estetica e della funzione originaria.

Qual è il razionale della tecnica?

La letteratura scientifica dimostra chiaramente che l’estrazione di un dente innesca una cascata di eventi che portano alla perdita di una quantità importante di volumi, costituiti da tessuto osseo e tessuto molle, che potrebbe impedire l’inserimento di un impianto o renderne difficile l’integrazione estetica e funzionale. A 12 mesi dall’estrazione, infatti, si registra una riduzione media del 50% dello spessore originario della cresta, sia nei settori anteriori che posteriori. L’applicazione della tecnica Socket-Shield con protocollo SISS “Preserving Nature” consente il mantenimento del legamento parodontale e di tutta la sua rete vascolare che continuerà ad irrorare il tessuto osseo difatti impedendone il riassorbimento. I tessuti molli continueranno ad essere sostenuti e “l’estetica del rosa” non verrà alterata: sia le papille interdentali che i margini gengivali rimarranno nella loro posizione originaria.

E' una tecnica sicura?

Assolutamente si. La tecnica consente di trasformare un dente ormai non recuperabile in una risorsa preziosa da associare all’implantologia. Le complicanze sono poche e facilmente gestibili. La tecnica non è associata ad un aumento del fallimento dell’osteointegrazione.

Esistono delle alternative?

Qualora la Socket-Shield non possa essere applicata oppure la “shield” venisse accidentalmente lussata durante la preparazione della radice verranno innescati i processi di riassorbimento osseo post-estrattivo. Il clinico potrà decidere di applicare le tradizionali procedure di ridge preservation che, sebbene codificate e sicure, non hanno la stessa predicibilità di risultato e comportano l’utilizzo di biomateriali e/o interventi chirurgici aggiuntivi e correttivi, nonché un aumento dei costi biologici ed economici, specialmente per il paziente.

 

Come si fa?

La corretta applicazione della tecnica prevede il rispetto di alcuni passaggi salienti di seguito riassunti:

La procedura prevede una specifica sequenza:

1. Rimozione dei residui coronali

2. Svuotamento del contenuto endodontico

3. Separazione delle componenti palatale e vestibolare della radice

4. Rimozione della componente palatina e dell’apice radicolare

5. Sagomatura della shield: assottigliamento e riduzione corono apicale della componente radicolare vestibolare non lussata

6. Mantenimento dello shield pari cresta o a 0,5-1mm coronale dal margine della corticale

7. Preparazione del sito implantare e inserimento fixture

8. Inserimento o meno del biomateriale nel gap costituito tra shield e impianto

9. Preparazione di un provvisorio a carico immediato o di un healing abutment customizzato

10. Verifica radiologica 

I cultori della tecnica della SISS hanno sviluppato un protocollo di lavoro chiamato “Preserving Nature” che, tramite l’utilizzo di un kit di frese apposite e l’utilizzo di sistemi ingrandenti, ha lo scopo di ottimizzare e semplificare i passaggi precedentemente indicati. Inoltre, la corretta gestione protesica del tragitto transmucoso permette di massimizzare i vantaggi della tecnica riducendo il rischio di insuccesso e complicanze. Una descrizione più dettagliata del protocollo è consultabile dai soci SISS nella propria area riservata. E’ possibile apprendere il protocollo durante i corsi di formazione periodicamente organizzati dai soci attivi SISS. Consulta la sezione “Eventi” per sapere quando e dove verrà organizzato quello più vicino a te!

Altre tecniche legate alla Socket Shield

RST

La tecnica RST (Root Submergence Technique) è antesignana della Socket-Shield e capostipite delle tecniche di estrazione parziale (PET). Essa prevede il mantenimento dell’intera componente radicolare che viene ridotta e “abbassata” fino a sotto la cresta ossea facendo sì che i tessuti molli la ricoprano completamente a guarigione avvenuta. La tecnica può essere applicata in assenza di lesione endodontica su radici di denti devitalizzati o su “radici vitali” nei casi in cui l’inserimento di un impianto non sia previsto al posto della radice o in combinazione con la protesi fissa su denti naturali, al puro scopo di mantenere i volumi osteo-mucosi.

Socket Shield secondo Glocker

La tecnica Glocker combina la Socket-Shield con il ricorso ai materiali da innesto. Si effettua quando non è possibile realizzare l’inserimento di un impianto post-estrattivo (ad esempio per ridotto spessore osseo apicale al di sopra del NAI o al pavimento del seno mascellare). L’applicazione della tecnica Socket-Shield è seguita dall’utilizzo di un materiale particolato che viene zeppato nell’alveolo per impedire la migrazione della shield in attesa dell’inserimento dell’impianto.

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